Per un aggiornamento sulle ultime tecniche di sperimentazione e i nuovi traguardi raggiunti dalla ricerca in campo BIM e H-BIM, in questo numero sono raccolti articoli che possono fornire numerosi spunti di ispirazione e di approfondimento molto utili.
Il BIM è un approccio innovativo di pensare il progetto, di affrontarlo in tutti i suoi aspetti, di ottimizzare i processi operativi, di standardizzare la progettazione in un ciclo produttivo esaustivo per tutti gli attori coinvolti, dal progettista al committente. E se finora è stato pensato associato esclusivamente al “Building”, oggi trova applicazioni in settori molto diversi, dalle infrastrutture alle smart city.
Alla base dello sviluppo BIM vi è l’interoperabilità non soltanto tra gli attori coinvolti ma soprattutto tra i software utilizzati dagli stessi attori. La standardizzazione, pertanto, risulta particolarmente importante in questo processo e, a motivo di ciò, sono state istituite delle agenzie di servizi internazionali preposte alla ricerca della standardizzazione del processo BIM dall’1D al 7D sia nel settore Cultural Heritage sia nel settore ingegneristico, sia nel settore urbanistico.
In questi ultimi anni le sperimentazioni pubblicate nelle riviste internazionali, negli atti di convegni e nei siti web, sono state innumerevoli e sempre un passo avanti rispetto alle precedenti. Questa rivista, nel panorama nazionale, gioca un ruolo fondamentale nell’aggiornamento delle procedure sperimentali condotte in campo BIM e il presente numero, in particolar modo, affronta le molteplici applicazioni BIM in modo nuovo ed originale.
Si guardi, ad esempio, le sperimentazioni condotte da Valeria Croce che propone una nuova metodologia BIM in sinergia con l’Intelligenza Artificiale. La sperimentazione affronta la possibilità di automatizzare i workflow Scan-to-BIM combinando metodi di segmentazione semantica che sfruttano l’IA e gli editor di algoritmi grafici per la modellazione 3D. Gli algoritmi di ML, realizzati sfruttando l’opportuna manipolazione, esportazione ed estrazione di descrittori geometrici e visivi (feature) da dati grezzi 2D o 3D, riducono significativamente la fase di annotazione manuale, evitando scelte arbitrarie e troppo soggettive in fase interpretativa.
Nel contributo di Cursi et al. una varietà di applicazioni dell’HBIM descrivono una metodologia per l’arricchimento semantico dei modelli attraverso risorse esterne, esplicitando l’approccio documentale del sistema informativo in cui sono memorizzate le informazioni per preservare, condividere e trasmettere la conoscenza costruttiva del costruito e del patrimonio in un ambiente digitale computabile.
Empler et al. propongono una sperimentazione di VR e AR nelle terme di Revixit Aquinum dove fa da protagonista la forze comunicativa del digitale con sperimentazioni di 3D mapping.
Per la sperimentazione di una procedura di ottimizzazione per la verifica dello stato di conservazione del bene architettonico, si può consultare il contributo di Anna Sanseverino et al., dove appare chiaro che la gestione del patrimonio storico non può prescindere da un’accurata indagine sullo stato di conservazione dei materiali e da una dettagliata ricostruzione 3D. La ricostruzione morfologica e colorimetrica di strutture complesse, di elementi e di specifiche aree danneggiate in ambiente BIM è essenziale per lo sviluppo di database adatto all’archiviazione dei dati e in gradi di supportare la pianificazione di ristrutturazioni e, in generale, di qualsiasi attività di intervento sul bene oggetto di studio.
Un’altra problematica, non di poco conto, è quella affrontata da Graziano Mario Valenti e Alessandro Martinelli, legata alla rappresentazione in BIM delle serialità non regolari, molto presenti nel patrimonio architettonico storico, che è senza dubbio un tema sempre più emergente, quanto più crescono le esigenze di realizzare modelli sempre più aderenti al caso studio.
Infine, il numero si chiude con il contributo di Elena D’Angelo e Michele Calvano dove si analizza l’interoperabilità tra il modello BIM e la Pubblica Amministrazione.
I temi della rappresentazione si riconfigurano dunque attraverso questa raccolta di ricerche esplicitando come il tema della modellazione parametrica stia modificando la frontiera del disegno verso un’interoperabilità dei modelli. La ricalibrazione delle componenti grafiche e l’aggiornamento degli standard rappresentativi all’interno della modellazione parametrica producono una rinnovata attenzione ai modelli stessi e alla loro possibilità di rappresentare il reale e di semplificarne alcuni aspetti, come sintesi critica, in favore di un maggior bagaglio di contenuti che a questi sono associabili.
Laura Inzerillo, Sandro Parrinello