ABSTRACT


Negli ultimi anni, molti lavori di ricerca hanno dimostrato le potenzialità dell’applicazione di sistemi BIM anche nel campo della conservazione degli edifici storici, promuovendo la nascita di una nuova metodologia: l’Historical o Heritage Building Information Modeling. L’HBIM, partendo dal rilievo come base della conoscenza dell’edificio, ha il vantaggio di permettere l’archiviazione di numerose informazioni in un unico modello, l’integrazione di rilievi tridimensionali molto accurati, la programmazione di interventi di conservazione e il calcolo dei relativi costi, l’estrapolazione di dati utili alla manutenzione ordinaria e in generale alla gestione dell’edificio.

Informazioni eterogenee come rilievi e modelli tridimensionali, fonti documentarie, cartografiche e iconografiche, informazioni testuali, di natura sia puntuale sia areale, possono confluire in un unico database, favorendone la condivisione e la gestione a più livelli da parte di molteplici operatori.

La sperimentazione proposta fornisce lo spunto per riflettere sul ruolo dell’HBIM e per cercare di comprendere, analizzandole, le difficoltà, i limiti e le potenzialità che il sistema può offrire nell’ambito della conservazione. Partendo dal caso del BIM realizzato per la pregiata facciata della Abbazia di San Matteo a Genova, verranno analizzati alcuni aspetti fondamentali nella gestione del patrimonio edilizio storico, anche alla luce della letteratura scientifica riferita all’utilizzo dell’HBIM.


1) Carlo Battini, 2) Rita Vecchiattini
1) DICCA - Department of Civil, Chemical and Environmental Engineering, Università degli Studi di Genova
2) dAD - Department of Architecture and Design, Università degli Studi di Genova