Il quarto numero della rivista si pone come obiettivo l’analisi dello stato dell’arte, della pratica professionale e delle attività di ricerca, a circa un anno dall’emanazione del D.M. 560/17, che stabilisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, rendendo obbligatori metodi e strumenti elettronici specifici per lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara ≥ 100 milioni di euro.
Le diverse declinazioni dei sistemi BIM-oriented costituiscono l’oggetto d’indagine, evidenziando le modalità in cui queste tematiche, dalle connotazioni in apparenza prettamente tecniche o tecnologiche, possano invece, avere molteplici derivazioni applicative, andando a costituire nuovi ambiti d’interesse per ricercatori, esperti, operatori e professionisti.
L’approccio BIM è, per sua natura, tridimensionale, arricchito e implementato da variabili e parametri di tipo informativo che, in base ai contesti, esigenze e scenari applicativi differenti, può caratterizzarsi per molteplici ramificazioni profondamente interdisciplinari tra loro. Ne sono un valido esempio gli studi e le analisi sull’architettura contemporanea; le applicazioni legate alla sostenibilità energetica; le analisi e i processi applicati al Facility Management.
È questa la direzione dei contributi di Andrea Barbero, Francesca Maria Ugliotti e Matteo Del Giudice con l’Impostazione di un processo collaborativo BIM per il Facility Management, Sara Conte e Michela Rossi con Il modello BIM per la valorizzazione dell’architettura moderna. Il caso Olivetti, Fabio Luce con una Modellazione parametrica per il retrofitting energetico dell’edilizia esistente: due possibili strategie, Alessandro Sepe e Andrea Tiveron con Il BIM e gestione tecnica del costruito.
La presenza in Italia di un vasto patrimonio culturale necessita di notevoli processi di conservazione e restauro. Ciò conduce all’organizzazione del dato digitalizzato secondo processi di tipo HBIM (Heritage Building Information Modeling), per i quali non è ancora stata definita in maniera univoca una metodologia operativa. Il settore è ancora nella fase di ricerca e di definizione dei contenuti e in questa direzione conducono i contributi di Elena D’Angelo, Federica Marini, Paola Morrone, Andrea Natalucci e Alessandra Ponzetta con Il Giardino di Ninfa: un’applicazione BIM per la conservazione dei ruderi, Maria Laura Rossi con Il computational design per il patrimonio storico diffuso. Aspetti genotipici e fondamenti teorici.
La stessa modellazione tridimensionale, indirizzata verso sistemi e controlli avanzati per la visualizzazione del progetto d’architettura, può derivare da modelli BIM e relazionarsi efficacemente con essi. Risultano in ogni caso ambienti di elaborazioni vitali e fecondi in termini di ricerca, evoluzione e risultati attesi. Riflettono criticamente su queste istanze i contributi di Cristian Farinella con Questioni di stile. Le relazioni tra fotografia, cinema e CG film nell’ambito della visualizzazione 3D. Dal set fotografico alla visualizzazione 3D e Lorena Greco con Modellazione delle sorgenti luminose in ambiente informatico e relazioni con la fotografia.
T. Empler