ABSTRACT
Un ambiente virtuale, se ben progettato, può migliorare la comprensione dello spazio architettonico, in particolare, quando sussistano alterazioni della sfera percettiva, come nell’autismo. La presente trattazione riporta un caso studio per la definizione di uno strumento di linee guida finalizzato alla più opportuna rappresentazione in VR dedicata a un pubblico ASD e a problemi di acrofobia.
Anna Lisa Pecora
Università Federico II di Napoli