ABSTRACT


Chi si occupa di strumenti digitali e del loro utilizzo nel progetto di un’opera architettonica, si trova spesso ad avere a che fare con acronimi inglesi che permettono di individuare velocemente micro o macro-argomenti, ambiti o discipline e al tempo stesso, forse per loro stessa natura, generano aree grigie che favoriscono interpretazioni anche molto diverse.

Uno dei primi, diffusosi negli anni ottanta del secolo scorso e discusso poi nel corso degli anni novanta fino agli anni duemila, è il dualismo intrinseco nell’acronimo CAD tra Computer Aided Drafting e Computer Aided Design – che si può considerare irrisolto ma ormai superato – miscelato a seconda di autori e contesti in Computer Aided Architectural Design (CAAD) o in Computer Aided Design and Drafting (CADD).

Il più recente, discusso e presente è l’acronimo BIM che a seconda dei contesti si può vedere utilizzato ed inteso allo stesso tempo come processo, strumento o il risultato di entrambi. Al suo interno non possono mancare altri acronimi soggetti a interpretazioni: LOD, LoMD, LoIN giusto per citarne qualcuno. Si assiste anche all’utilizzo del termine inglese Level, molto diverso e spesso confuso a seconda di come viene utilizzato.

Questo articolo non propone definizioni, che si stratificherebbero inutilmente su altre e potrebbero essere base di partenza per altre ancora. Non intende nemmeno fornire chiarimenti su un ambito, quello del BIM, che è in continua trasformazione. Passerà anche questa tendenza e avremo le idee più chiare tra qualche anno… In questo articolo il BIM comparirà così, utilizzando il corsivo, e raccontando ciò che abbiamo imparato in anni recenti, affrontando la digitalizzazione nei processi di progettazione e realizzazione di involucri architettonici su misura, costruiti a livello internazionale, in mercati anche molto diversi tra loro.


Christian Florian, BIM Manager di Permasteelisa S.p.A.
e-mail: c.florian@permasteelisagroup.com