Il Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, all’art. 23 comma 13 (Livelli della progettazione per gli appalti, per le concessioni di lavori nonché per i servizi), cosiddetto decreto MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), testualmente recita: “Le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici di cui al comma 1, lettera h). Tali strumenti utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti. L’uso dei metodi e strumenti elettronici può essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato (omissis)”.
È questo il recepimento della Direttiva Comunitaria 2014/24/UE del Parlamento e del Consiglio Europeo del 26 febbraio 2014.
Dopo circa un anno, nell’attuale 2017, è in via di definizione l’indirizzo legislativo applicativo, diretta emanazione del provvedimento sopra richiamato (prevedibilmente come Decreto del Ministero delle Infrastrutture), e si stanno delineando progressivamente due strumenti che si auspicano efficaci, uno più operativo, di normazione a livello nazionale, e uno più conoscitivo e divulgativo:
– la norma UNI 11337:2017 (pubblicata suddivisa in parti, in via di completamento);
– l’Handbook for the introduction of Building Information Modelling by the European Public Sector. Strategic action for construction sector performance: driving value, innovation and growth pubblicato dall’EUBIM Taskgroup.
Il Building Information Modeling (BIM), con le norme e le raccomandazioni sopra citate, è dunque riconosciuto come lo strumento informativo centrale del processo della digitalizzazione del campo delle costruzioni.
Francesco Ruperto, esperto del settore, afferma: “sia nel decreto MIT che nel BIM Handbook, documento volontario di riferimento per la domanda pubblica comunitaria, è possibile riconoscere modalità comuni e sempre maggiormente organizzate che consentano ad un committente pubblico di implementare processi BIM nella propria organizzazione e che possano condurre a un ritorno di valore i requisiti inseriti nei capitolati a base di gara”.
Individuate le modalità comuni dei processi BIM, si devono definire le caratteristiche qualitative degli stessi. La procedura BIM è identica per tutti i settori d’intervento? Perché si stanno diffondendo permutazioni di Information Modeling in diversi ambiti, come l’HBIM (Heritage BIM), il LIM (Landscape Information Modeling), il GeoBIM (Geospatial BIM), il SeismicBIM, ecc.? Possono essere individuate procedure ricorsive virtuose o vi sono sensibili variazioni nel caso per caso?
Il supporto delle forme di rappresentazione agli articolati processi di conoscenza e ideazione si sta oggi esprimendo all’interno di ambienti di elaborazione sempre più integrati e interconnessi, che via via stanno superando nella sostanza il mero formato cartaceo. La rappresentazione discende oggi da un sistema ordinato o ordinabile di elementi che tra loro instaurano relazioni, corrispondenze, dipendenze.
La modellazione digitale di tipo informativo è il contenitore e, al tempo stesso, il contenuto dei dati utili alla conoscenza. Essa sta conformando i propri paradigmi fondativi per in un contesto in continua evoluzione che riguarda tanto il quadro normativo di riferimento in materia di opere e lavori pubblici, quanto quello afferente ai metodi e agli strumenti tecnologici.
Squadre di lavoro sempre più articolate per competenze affrontano oggi, attraverso il costante aggiornamento distandard e procedure, sfide che di volta in volta ampliano l’orizzonte delle possibilità. È importante quindi poter disporre di uno stato dell’arte sempre aggiornato, costruito attraverso le buone pratiche e le esperienze più avanzate, tanto in ambito professionale quanto in quello della ricerca teorica e applicata, e a questo attingere per confronti o repliche personalizzate.
Alla ricerca si affiancano sempre più di frequente alcuni appuntamenti sul BIM, sia nell’ambito nazionale che in quello internazionale, aperte a studiosi, a professionisti, operatori pubblici e privati.. Per citarne solo alcuni, importanti appuntamenti sono stati rappresentati dai seguenti momenti di discussione e dibattito: Workshop 3D Modeling & BIM nel 2016 e 2017, presso la Facoltà di Architettura di Roma, Brainstorming BIM presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 2016; BIM e HBIM tra Ricerca e Professione, Federazione degli Ordini Ingegneri dell’Umbria, Ordine Ingegneri della Provincia di Perugia e di Terni, presso UmbriaFiere a Bastia Umbra; Digital & BIM Italia, 2017, presso la Fiera di Bologna.
Il BIM integra ed è integrato da altri approcci declinati all’interno di specifiche tecnologie di tipo informatico: GIS (Geographic Information System), web, applicazioni mobile, DBMS (DataBase Management System); tutti i linguaggi informatici che legano le parti del processo edilizio diventano l’universo di riferimento per la rivista Dn, che si propone nel panorama della pubblicistica specializzata come prima esperienza editoriale a livello nazionale per peculiarità dei temi trattati e taglio di approfondimento; essa vuole preludere a processi articolati e interoperabili facendo emergere, come variegata selezione, approcci, tecnologie e strumenti ben definiti per “ben costruire e far vivere”.
Obiettivo è la costituzione di un riferimento critico verso un pubblico eterogeneo, composto da operatori e studiosi nel campo delle costruzioni, strumento d’indagine e di raffronto, in cui professionisti, esperti e ricercatori possono confrontarsi, proporre soluzioni o condividere, illustrandolo, il percorso seguito nella definizione dei singoli progetti.
Il primo numero raccoglie i più interessanti contributi che derivano dagli esiti scientifici di parte delle attività formative sopra menzionate, eterogenei per contenuti e per esemplificazioni: dagli approcci di forte connotazione esplorativa in ambito di H-BIM, volti nel verso di una corretta digitalizzazione del patrimonio storico costruito, semanticamente intelligente, e arricchiti di interessanti riflessioni di carattere metodologico, ad alcuni esempi virtuosi di buone pratiche per la realizzazione di importanti interventi edilizi con una tensione speculativa che pone in essere forti innovazioni di processo, fino a giungere alla descrizione di proposte operative e relative applicazioni in ambito gestionale/manutentivo. Questa prima selezione, traguarda di fatto l’obiettivo primo di un approccio metodologico di tipo integrato che deve consistere nella possibilità di preservare, consultare e aggiornare l’apparato Informativo, in accordo con processi operativi di tipo interoperabile e con uno spirito fortemente collaborativo.
T. Empler, M. Lo Turco