Il n. 6 della rivista è un numero speciale, per tutti coloro che si sono adoperati per la sua organizzazione, gestione e diffusione.
Infatti, il 7 aprile 2020, l’ANVUR comunica che Dn. Building Information Modeling, Data & Semantics è riconosciuta come rivista scientifica:
Esito valutazione istanza per la rivista DN
Egregio direttore/editore,
così come previsto dall’art. 4 dell’allegato D del DM 120/2016 (Decreto Criteri e parametri per l’abilitazione scientifica nazionale) l’ANVUR ha concluso la fase istruttoria relativa alla valutazione della Sua istanza ai fini della classificazione della rivista.
A tal fine l’ANVUR si è avvalsa del parere di esperti qualificati nei rispettivi settori scientifici per l’esame delle istanze di revisione della classificazione presentate attraverso l’apposita interfaccia CINECA entro il 23 giugno 2019 secondo le modalità e i criteri di cui al Regolamento ANVUR per la Classificazione delle riviste nelle Aree non bibliometriche, approvato con Delibera del Consiglio Direttivo n. 42 del 20/2/2019.
Si comunica pertanto che, sulla base della valutazione istruttoria svolta, l’istanza da lei presentata è accolta con le seguenti motivazioni:
Area: 08
scientificità riconosciuta
Le ultime due righe, in particolare, sono quelle che fanno comprendere come il gruppo che ha fortemente voluto la nascita della rivista (composto da: Cecilia Maria Bolognesi, Tommaso Empler, Laura Inzerillo, Massimiliano Lo Turco, Sandro Parrinello, Francesco Ruperto, Cettina Santagati, Graziano Mario Valenti) e creduto nelle sue potenzialità, abbia visto nella giusta direzione e sia stato in grado di stimolare la comunità scientifica a proporre contributi d’interesse e riconosciuta qualità. Ma come sempre avviene il successo non è mai del singolo, ma di tutta la squadra, dall’editore che ha creduto nell’iniziativa (Dei – Tipografia del Genio Civile, nelle persone di Giuseppe Rufo e Clorinda Protti), a coloro che si occupano della redazione, del visual e dell’editing (in particolare Alexandra Fusinetti).
Sempre le ultime due righe sono, però, anche il monito a proseguire, a migliorarsi, lo sprone a rimanere concentrati sul focus che la rivista si è posto fin dal suo inizio:
Il Building Information Modeling (BIM), con le norme UNI 2017 e le raccomandazioni operative del BIM Handbook, è stato riconosciuto come lo strumento informativo centrale del processo della digitalizzazione del campo delle costruzioni.
La rivista Dn si propone come prima esperienza editoriale a livello nazionale per peculiarità dei temi trattati e taglio di approfondimento, offrendo una variegata selezione, approcci, tecnologie e strumenti ben definiti per “ben costruire e far vivere”.
I contributi, eterogenei per contenuti e per esemplificazioni spaziano dagli approcci di forte connotazione in ambito di H-BIM ad alcuni esempi virtuosi di buone pratiche per la realizzazione di importanti interventi edilizi, fino a giungere alla descrizione di proposte operative e relative applicazioni in ambito gestionale e manutentivo.
Il n. 6 della rivista apre, dunque, una nuova stagione, quella in cui bisogna essere meritevoli del riconoscimento scientifico appena ricevuto e ciò avvenendo in periodo post Covid-19, la cui legacy sembra essere finalmente uno sdoganamento dei temi legati al digital oltre a che al green e alla ricerca.
Per tale motivo gli articoli selezionati sono volutamente eterogenei, per mostrare la potenzialità della rivista di spaziare tra argomenti tra loro apparentemente distanti, ma dove i contenuti insiti delle parole “Building Information Modeling, Data & Semantics” sono ben presenti e riconoscibili entro una trasformazione digitale delle prassi delle discipline che orbitano intorno all’ambiente costruito.
Così i paradigmi variano, come mutano i pressochè infiniti i così detti “Usi del BIM”, spaziando tra Modeling e Management, tra l’apporto ed interesse della disciplina del disegno al tema del BIM e HBIM (Francesca Fatta), alla definizione di nuove regole del settore AECO sia per l’insegnamento sia per la valutazione, considerando l’importanza di nuovi parametri di gestione e focalizzando l’attenzione sul “valore digitale” del settore educativo (Fonsati, Del Giudice, Zanor).
Da come viene affrontata la digitalizzazione nei processi di progettazione e realizzazione di involucri architettonici su misura, costruiti a livello internazionale, in mercati anche molto diversi tra loro, con il punto di vista di un BIM Manager (Christian Florian), all’utilizzo di software parametrici per la progettazione esecutiva delle facciate complesse per strutturare la realtà di progetto e sviluppare strumenti di comunicazione per le fasi di produzione e costruzione, secondo un’adeguata rappresentazione della complessità dei contenuti (Vescovi), fino all’importanza del rapporto tra forma complessa ed efficienza realizzativa alla luce del notevole sviluppo delle tecniche di fabbricazione digitale, dove la modellazione algoritmica assume un ruolo centrale poiché riesce soddisfare tanto le necessità estetiche quanto quelle produttive (Calvano, Mancini).
Dalle procedure di verifica e validazione di progetti BIM oriented di notevole complessità, attraverso la descrizione di strategie operative che consentono di controllare e preservare la qualità degli attributi grafo-alfanumerici riutilizzabili anche durante il ciclo di vita del manufatto (Lo Turco, Tomalini), al protocollo di.FM (Digital for Facility Management) come approccio per la gestione delle manutenzioni, mediante la realizzazione di un digital twin interconnesso all’edificio esistente (Di Ciaccio, Rossini, Maroder).
La modellazione tridimensionale, finalizzata alla rappresentazione di contesti urbani, strettamente legata al tema della comunicazione delle informazioni inerenti alle caratteristiche costruttive, tipologiche e tecnologiche della città storica (Parrinello, De Marco, Galasso).
Infine, l’uso della realtà virtuale per l’autismo mostrano un potenziale di inclusione e comunicazione con l’obiettivo di ottenere uno strumento comunicativo utile a tutti (Pecora).
Anche il n.6 della rivista, dunque, conferma la vocazione di Dn di proporsi quale osservatorio privilegiato di una transizione al digitale i cui contorni ed ambiti di riferimento sono tutti da esplorare ed in cui tradizionali settori disciplinari diversi, dall’architettura, all’ingegneria, dall’informatica al project management, tendono a mescolarsi in una comune ricerca di estrazione del “Valore” (economico, culturale, ambientale ecc.) dai “Dati”.
Tommaso Empler, Francesco Ruperto