Le “nuove evoluzioni” nel settore della modellazione tridimensionale stanno cambiando profondamente il modo in cui vengono gestiti e valorizzati i beni culturali e architettonici, aprendo la strada a molteplici considerazioni e applicazioni innovative.
Un esempio rappresentativo di queste nuove metodologie è il contributo dal titolo “Metodologie scan-to-BIM per l’analisi tipologica e la ricostruzione filologica del castello di Almonecir in Spagna”. Questo progetto utilizza la metodologia scan-to-BIM per costruire un sistema informativo parametrico integrato, che mette in relazione il castello con il suo contesto storico e culturale. La ricostruzione digitale permette non solo un’analisi tipologica dettagliata del monumento, ma anche una ricostruzione filologica, garantendo la fedeltà alle caratteristiche originarie del castello. Questa metodologia si rivela essenziale per la conservazione e gestione dei beni storici e per applicazioni pratiche come il turismo, soprattutto nella Comunità Valenciana.
Un altro tema cruciale riguarda l’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nelle procedure BIM, come mostrato nel contributo “Generazione di modelli H-BIM tramite intelligenza artificiale”. Qui, le tecniche avanzate di segmentazione semantica e gerarchizzazione automatica migliorano la gestione dei dati complessi ottenuti dai rilievi tridimensionali. Questo approccio facilita la creazione di modelli H-BIM accurati e ottimizzati attraverso un workflow semi-automatico basato sulla classificazione gerarchica, accelerando e affinando il processo di modellazione per la conservazione del patrimonio culturale.
In ambito di gestione del patrimonio storico, il contributo “La gestione del rilievo del danno: modelli IFC per il patrimonio storico” presenta l’approccio OpenHBIM, basato sugli standard IFC, per digitalizzare le informazioni sul danno degli edifici storici. Attraverso un database strutturato e interoperabile, questo sistema consente una gestione collaborativa delle informazioni, migliorando l’efficienza nel monitoraggio e nella conservazione degli edifici, e facilitando analisi strutturali avanzate.
In parallelo, l’articolo “BHoM e Ingegneria Strutturale – Un Approccio Specialistico per Progetti Multidisciplinari” mostra come l’interoperabilità e i flussi di lavoro algoritmici avanzati, resi possibili dal Building and Habitat Object Model (BHoM), stiano trasformando l’ingegneria strutturale. Questo strumento open-source migliora la collaborazione multidisciplinare e permette di gestire progetti complessi, come dimostrato nel caso di un progetto di riqualificazione su larga scala in Arabia Saudita, dove il BHoM ha facilitato lo sviluppo di flussi di lavoro algoritmici avanzati.
L’articolo “Ecosistemi Informativi e HBIM. La Basilica di Santa Maria degli Angeli dal rilievo al Facility Management” illustra come il BIM possa ottimizzare la gestione del patrimonio culturale, integrando informazioni storiche e architettoniche con il monitoraggio strutturale per un efficiente Facility Management. Questo approccio HBIM è particolarmente utile per la conservazione e gestione di edifici storici complessi, consentendo una visione olistica e dettagliata del monumento per pianificare interventi di manutenzione e restauro in modo proattivo.
Il contributo “Transizione Digitale e Patrimonio Edilizio Universitario. Innovazioni e Sfide nella didattica dei corsi di Ingegneria” si concentra sulla formazione di ingegneri e architetti nel contesto della digitalizzazione del patrimonio edilizio universitario. La ricerca esplora l’importanza delle tecniche scan-to-BIM nei corsi universitari, analizzando come la transizione digitale stia trasformando il modo di insegnare e gestire progetti di rilievo e modellazione parametrica degli edifici esistenti.
Infine, l’articolo “Implementazione parametrica di modelli microclimatici urbani di borghi storici” completa questa panoramica con l’applicazione della Fluidodinamica Computazionale (CFD) per studiare il microclima dei borghi storici. Grazie a un workflow parametrico basato su Linguaggi di Programmazione Visuale (VPL), è possibile modellare il comportamento del microclima in diversi contesti temporali e ambientali, offrendo dati preziosi per la conservazione e gestione sostenibile di questi siti.
In conclusione, queste “nuove evoluzioni” nella modellazione tridimensionale stanno trasformando radicalmente il modo in cui gestiamo, conserviamo e valorizziamo il nostro patrimonio storico e culturale, grazie a una crescente integrazione tra tecnologia, intelligenza artificiale e gestione collaborativa dei dati.
Tommaso Empler (Sapienza Università di Roma)